Pensiero Sociale
06 Apr 2009
Ho trovato navigando questo pensiero che voglio condividere:
"Se non fossimo con la testa china in contemplazione dell'ombelico italiano ci accorgeremmo dei focolai di rivolta che si verificano sempre più vicino, da ultimo nuovamente in Grecia, e avremmo una risposta alla domanda che si fanno in molti: perché in Italia non è ancora scoppiata una rivoluzione?
II fatto è che le rivoluzioni si fanno a pancia vuota, e la nostra pancia non è ancora vuota perché stiamo prosciugando le risorse accumulate dalla generazione dei padri. Sono i padri che malgrado la crisi consentono ancora ai figli di mantenere il cellulare, fare qualche viaggio o procreare a lazo volta, sia pure con moderazione.
Di sicuro, una democrazia geriatrica non è destinata a durare.
Forse, alla fin fine, tutti i problemi di una società anagraficamente bloccata come la nostra nascono dalle distorsioni del rapporto con la morte. Su questo tema, nella contrapposizione generazionale che
contraddistingue il sistema - vecchi contro giovani, tutelati contro precari - ognuno sembra credere il contrario di quel che dovrebbe. I giovani vivono senza preoccuparsi di contributi, pensione e futuro in
genere, come se la morte dovesse arrivare domani: I vecchi, invece, si comportano come se la morte non dovesse arrivare mai, inchiodandosi alle poltrone e votandosi all'eternità operativa.
Forse una situazione del genere non si era mai venuta a creare, nella storia: e nei confronti della morte semmai era normale l'approccio contrario. Erano i giovani a pensare che la morte non
esistesse, e i vecchi che poco alla volta si rassegnavano all'idea e si concentravano su di essa, facendo testamento.
Da questa inversione sentimentale deriva una spensieratezza generalizzata e intergenerazionale: Stiamo andando a puttane, ma tutti molto allegramente."
(Roberto Alajmo, scrittore)